2 Gennaio 2008 - Esequie di Don Mario Torregrossa
Omelia del Cardinal Vallini
(omissis)... la testimonianza di fede e di amore che ha dato a voi ma al mondo intero.
Allora lo appresi dai giornali: non mi fu difficile, leggendo le sue testimonianze, comprendere che si trattava di un vero sacerdote, di un vero padre. E mi pare che questa debba essere, stamattina, la cifra che ci permette di cogliere il mistero di questa vita, come la Parola di Dio ci aiuta a fare.
Vorrei richiamarla, brevemente, questa Parola che ora è stata proclamata. Innanzitutto l'annuncio della Resurrezione: al mondo ci siamo per vivere e una volta che siamo creati da Dio non moriremo mai.
Muore il corpo, si cambia vita; resta, la morte, un momento difficile, enigmatico, di cui tutti abbiamo paura, naturalmente, perché siamo fatti per la vita.
Ma la Resurrezione di Gesù, come ci ha ricordato San Paolo nella lettera ai Corinzi, è la primizia di quelli che risorgeranno con lui. Se Cristo è risorto anche noi risorgiamo. Allora, la vita terrena è un tempo, quello che Dio vorrà, oggi si muore da giovani, da bambini, nel fiore degli anni, o anche da anziani. Un tempo.
Mille anni, dice il Salmo, sono davanti a Dio come un giorno solo, tutto è breve, tutto passa. Siamo già al 2009, poco tempo fa' dicevi chissà come sarà il 2000 ? Già quasi il primo decennio è andato, sta andando, lo stiamo vivendo in un tempo difficile, complesso, pieno di contraddizioni in cui c'è, sembra, tanta confusione, non si sa dove andare come vivere, quali sono le cose che contano.
Questa mattina stiamo dinanzi ad una esperienza che diventa un grande insegnamento. Questo sacerdote è un maestro di vita, non di professione, di vita. Un maestro sui valori nei quali ha creduto: innanzitutto che Gesù Cristo meritava di essere seguito e lui dalla sua Sicilia, da Messina, dove era nato 66 anni fa'... 64, venne a Roma e qui nel seminario di Sant'Eugenio per le vocazioni adulte ha ritenuto di... di dire una parola, di rispondere ad una chiamata. Perché una grande luce sul senso della vita, sui valori per cui battersi, sulla ragione della vita di ogni giorno l'aveva preso e l'aveva illuminato, Gesù, il figlio di Dio benedetto. Colui che aveva riscattato l'uomo dal peccato, da ogni male, dalla stessa morte era ed è il suo, di don Mario, e il nostro Dio. Mi pare che questo dobbiamo riprenderlo come un grande tesoro da conservare per noi e nel suo testamento. E per questo ha speso la vita diventando uno di quei giusti che agli occhi degli uomini parve che muoiano. Anche il suo corpo è stato martoriato, e in questi anni ha continuato a vivere nella serenità e nella gioia. Io ho potuto abbracciarlo il 29 Settembre quando, incontrando per la prima volta tutti i sacerdoti di Roma, lo trovai in prima fila nella sua carrozzella e l'ho riconosciuto, ci siamo abbracciati, ci siamo capiti e io ho appreso da lui una grande lezione di vita... Questo è stato don Mario, un uomo che ha vissuto la fede, che ha vissuto l'amore, che si è speso per il popolo, soprattutto per i giovani, per i giovani: la sua fondazione Madonna di Loreto cosa avrà fatto in questo quartiere voi lo sapete meglio di me: per i giovani, per le famiglie, per costruire questa chiesa. E voi avete creduto, avete avuto fiducia in lui, fino al punto da dire siamo pronti, un gruppo di famiglie lo ha fatto, ad ipotecare la nostra casa perché si costruisse la chiesa, fondando su che cosa, sulla sua parola, sulla testimonianza di don Mario, sulla sicurezza che se aveva detto una parola l'aveva testimoniata con la vita, ed era vera. Non vi avrebbe messo nelle difficoltà; non vi avrebbe creato problemi.
Ecco un sacerdote. Questo è un sacerdote !
Toccato, segnato dalla grazia, per cui la fede diventa, non una cosa a cui aderire, ma la propria vita. La persona del Signore è presente nella vita, nell'esperienza quotidiana la preghiera è l'ossigeno per essere ottimisti, per darsi da fare, per compiere il bene, per andare avanti. Non c'è nulla che fa' più paura, come Paolo che diceva: chi potrà mai separami dall'amore di Cristo ? Niente, io vivo in Gesù Cristo, il mio vivere è Cristo. E in Cristo i fratelli ! Come sarebbe diversa l'umanità, la società, se noi cristiani fossimo di questa tempra spirituale !
Allora ecco il senso anche del suo ministero sacerdotale, dell'essere pastori in questo quartiere, per tanti anni ad annunciare la parola di Dio, a dire che questa è la verità che può dare senso alla vita, a celebrare i divini misteri, ad intercedere, a pregare, ad offrire perché su questo popolo la luce, la forza dello Spirito Santo potesse far convergere sempre al bene.
Ed era anche in preghiera, quella mattina quando fu attentato, e lui da grande padre ha perdonato, è andato avanti, ha ritenuto di esprimere ancora con una autenticità maggiore che solo il Signore è la ragione del nostro vivere, del nostro sperare, del nostro amare.
La grande fiducia di don Mario nella Provvidenza l'ha messa in quella tabella fuori della vostra parrocchia per dire che non bisogna mai staccarsi da quella luce, dove c'è la Provvidenza si impara a credere, a sperare, ad amare. E la Provvidenza non abbandona mai nessuno.
Allora noi che cosa diciamo stamattina al Signore ? Signore grazie davvero che c'hai dato 'sto santo sacerdote.
Chi prenderà il suo posto, fratelli e sorelle ?
Chi prenderà il suo posto, cari giovani che siete qui ?
Chi prende il posto di don Mario per essere continuatore di questa concezione di vita, di questo modo di spendersi, di amare, di donarsi, di annunciare che non siamo delle persone che al mondo vivono brancolando, semmai sgomitando a destra e a sinistra per raggiungere chissà quali obiettivi puramente terreni, effimeri ma che siamo figli di Dio in cammino tutti insieme verso la vita eterna, perché il Signore è Padre, perché Cristo è risorto e perché tutti siamo chiamati alla beatitudine e alla gioia del Paradiso ?
Chi prende il suo posto ?
Io penso che la grande eredità che raccogliamo da don Mario, tutti stamattina, noi vescovi, i sacerdoti, e voi popolo di Dio, famiglia parrocchiale di San Carlo da Sezze e di questo quartiere sia proprio questa, questa è l'eredità:
la fede di don Mario, l'amore di don Mario, la fiducia nel Signore, il coraggio di spendersi. E anche chiediamo a lui di pregare che i giovani da questa parrocchia chiedano di seguire il suo esempio e, se il Signore li chiama, abbiano il coraggio di dire di sì e di diventare sacerdoti come lui.
Roma ha bisogno di preti santi ! Come don Mario.
E tutto quello che lui ha vissuto, anche nel silenzio, nella pazienza nell'accettazione ormai del suo corpo crocifisso, non è perso. E' il grande tesoro che lui oggi presenta al Signore e che il Signore nell'Eucarestia riverserà su di noi e su tutti voi.
Caro don Mario resta con noi, non più fisicamente ti vedremo, ma ti sapremo nella comunione dei santi con noi, per noi. Prega per questo popolo che tu hai tanto amato, prega per i bambini, per i giovani. Prega perché siano coraggiosi testimoni dell'amore di Gesù in questo mondo. Prega per le famiglie perché siano unite, quanto hai fatto tu perché ogni famiglia sia unita ! Prega per il presbiterio di Roma che tu amavi, per i sacerdoti, prega per i Vescovi. Prega anche per me, che oggi sono chiamato in collaborazione al Santo Padre a servire questa Chiesa. Fa' che siamo autentici testimoni dell'amore del Signore e sempre come te, con la gioia nel cuore e sulle labbra.
Noi preghiamo per te e siamo certi che il Signore t'ha già dato la gioia del Paradiso.
Amen.